Di Mirko Benetti
L’assoluzione di Matteo Salvini con la formula “il fatto non sussiste” segna non solo la fine di un processo ingiusto, ma anche un momento di riflessione profonda per le istituzioni. Quanto accaduto rappresenta una lezione per il sistema giudiziario italiano, che deve garantire il rispetto della legge senza piegarsi a pressioni ideologiche o interessi politici.
Le accuse rivolte a Salvini erano basate su scelte politiche legittime e coraggiose, prese con l’unico obiettivo di difendere i confini nazionali e tutelare la sicurezza dei cittadini. Decisioni che, in qualsiasi democrazia matura, avrebbero dovuto essere giudicate esclusivamente dagli elettori, e non trasformate in un caso giudiziario.
Eppure, per anni, si è assistito a un accanimento giudiziario senza precedenti, con risorse pubbliche sprecate per inseguire un processo politico camuffato da giustizia. La verità, oggi sancita dai tribunali, è che Salvini ha agito nel rispetto del proprio mandato, ponendo il bene del Paese al centro delle sue azioni.
Ora è il momento che la Procura faccia ammenda. Non è più accettabile che le aule di tribunale vengano utilizzate come strumenti di battaglia politica. Questo non solo mina la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, ma danneggia anche chi, come Salvini, è stato costretto a difendersi da accuse infondate che hanno messo a rischio la sua reputazione e la sua serenità personale.
Serve un profondo cambiamento culturale e istituzionale: la giustizia deve tornare a essere imparziale, garantendo che nessuno venga perseguitato per aver adempiuto ai propri doveri istituzionali. Chi ha promosso questo processo dovrebbe riflettere sull’enorme costo umano, politico ed economico che ha comportato.
Salvini, dal canto suo, esce da questa vicenda ancora più forte. La sua assoluzione non è solo una vittoria personale, ma un segnale per tutti coloro che credono nella giustizia, nella sicurezza e nella difesa dei valori fondamentali della nostra democrazia.
È tempo di voltare pagina, ma anche di trarre insegnamenti. Il rispetto delle regole e il corretto utilizzo delle risorse pubbliche non sono solo un obbligo morale, ma un dovere verso ogni cittadino italiano.